Sergio Scabar nasce a Ronchi dei Legionari (Gorizia) nel 1946, dove vive e lavora. Comincia ad interessarsi alla fotografia nel 1964. Dal 1966 al 1974 partecipa saltuariamente a concorsi nazionali ed internazionali, utilizzando la fotografia soprattutto con finalità di racconto e reportage. Successivamente, negli anni ’80, il suo lavoro prende una svolta sostanziale, la figura umana esce dai suoi lavori ed il suo interesse si concentra sulla natura, sublimando l’aspetto materiale e concettuale. Col lavoro “Il Teatro delle cose” inizia nel 1996 una stampa alchemica ai sali d’argento “unico esemplare“. Il metodo di lavoro artigianale emerge maggiormente rispetto alle opere precedenti: c’è il contatto con i materiali, il riappropriarsi dei metodi, della meticolosità e dei tempi, la particolare taratura sui toni bassi, con l’uso dei rapporti chimici e sensoriali, uniti nella ricerca dell’essenza della creatività. Il lavoro successivo “Il Silenzio delle Cose” conferma la visione di un mondo di luci velate e ombre profonde. Nel 2003 riceve dal C.R.A.F. il premio “Friuli Venezia Giulia Fotografia”. Dal 2005 il lavoro che segue “Silenzio di Luce” prosegue la sperimentazione con stampe su carta baritata ai sali d’argento dopo lunghe esposizioni ed un uso personalissimo degli acidi di stampa. Dal 2006 il lavoro di Scabar è presente nella mostra permanente del Museo Fotografico di Montelupone (Mc). Dal 2007 invece coi lavori appartenenti alla serie “Silenzi di Luce” ritroviamo inquadrature di paesaggi come assorbiti dal buio. Nel 2008 la pubblicazione per Marte Edizioni del volume “Silenzio di Luce”e nel 2010 il volume “Cidinors” edito da Associazione Cultural Colonos. Il suo percorso creativo non finisce, prosegue con “Nel Silenzio delle Cose” dal 2011 dove le immagini mantengono l’assenza di manipolazioni digitali e la loro unicità come “unico esemplare” data dallo studio e dalla gestione di luce e utilizzo degli acidi di stampa. Dal 2011 inoltre una foto di Scabar entra a far parte della mostra permanente presso l’Essicatoio Bozzoli di San Vito al Tagliamento. Dal 2013 “Soffio di Luce” definisce la luce come vero soggetto delle immagini che come un esile soffio silenzioso investe, avvolge e svela le forme e “Velata Luce di Silenzio” dove ritroviamo immagini di paesaggi crepuscolari, con cornici che, come per i lavori precedenti, l’artista si premura di costruire attorno e per le immagini. Dal 2013 inoltre due foto di Scabar entrano a far parte della collezione de La Pinacoteca dei Musei Provinciali di Gorizia esposta nella mostra permanente presso il Palazzo Attems di Gorizia. Dal 2015 iniziano i lavori “Teatrino di Cose” proseguimento nello studio di immagini uniche, ognuna con una cornice pensata e realizzata per quell’immagine, tra luce e ombra gli oggetti svelano nuovi equilibri e ridefiniscono il nostro rapporto con le cose. Con i lavori che partono dal 2016 “Il Teatrino Vegetale” Scabar introduce come protagonisti elementi del mondo vegetale in uno spazio irreale e senza tempo dove assumono nuovi significati. Nel 2017 espone a Vevey in Svizzera con la mostra “Buio Silenzioso” presso la galleria L&C Tirelli dove Scabar trasporta lo spettatore in un mondo misterioso dove gli oggetti emergono dall’oscurità. Il suo lavoro e la sua sperimentazione non si fermano fino alla sua prima mostra antologica presso il palazzo Attems Petzenstein di Gorizia nel 2019 che ripercorre il percorso dell’artista dagli esordi con l’esposizione anche di pezzi inediti, ultima apparizione in pubblico dell’artista, deceduto due mesi dopo l’innaugurazione. Non scompare però la sua presenza nell’ambiente artistico nazionale ed internazionale. Nel 2020 viene istituito il premio Sergio Scabar in onore della sua memoria. Nel 2022 le sue opere sono nuovamente esposte nella galleria L&C Tirelli a Vevey in Svizzera in una sorta di retrospettiva del suo lavoro dove ogni opera è unica, misteriosa, silenziosa. Nel 2024 gli ultimi lavori del fotografo con alcune immagini inedite al BAG Bocconi di Milano. Nel 2025 le opere di Scabar vengono esposte Slovenia prima a Nova Gorica alla galleria Gong e in seguito a Lubiana alla galleria Fotografija e a Ronchi dei Legionari per un omaggio alla sua città natale.